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BELFAST – visita della città

48 ore a BELFAST (una proposta di itinerary e visite)

La capitale dell’Irlanda del Nord è una città vivace. É cool, è funky e ci sono sempre un sacco di cose belle in programma.
Se disponete di 48 ore da trascorrere in città, rimarrete affascinati da quanta carne si possa mettere al fuoco.
Grazie al contributo di *Jonny Tiernan, giornalista di tendenza e General Manager della “Oh Yeah Music Centre” di Belfast, ecco alcuni suggerimenti su cosa fare in due giorni nella dinamica Belfast.

1° Giorno
Con un po’ di fortuna avrete programmato la vostra visita durante un fine settimana, cioè quando si svolge il St. George’s Market. É zeppo di una gran numero di bancarelle e commercianti presso cui poter acquistare pezzi d’arte, d’antiquariato, d’abbigliamento, stranezze varie e tonnellate d’altro.

Ancora più importante, c’è anche una gran varietà di banchi gastronomici ed una zona dove potersi sedere e rilassare. Vi raccomando di assaggiare una delle crêpes salate ed anche una speciale tazza di tè presso lo stand della Suki Tea. Si tratta di una società nordirlandese che ormai distribuisce ovunque e il loro tè, è delizioso.

Se vi sentite avventurosi, potreste anche comprare un sacchetto di “dulse” e cioè alghe marine irlandesi. É un gusto acquisito, ma lo adoro.

Dopo il mercato si può fare una passeggiata lungo il fiume verso il Belfast Barge, che ospita una caffetteria/ristorante, uno spazio dedicato ad eventi speciali e il Maritime Museum dove documentarsi sulla storia industriale della città.
Per rimanere in tema marittimo, proseguite la passeggiata oltrepassando la scultura Beacon of Hope (o Nuala with the Hula, come noi gente del posto, lo chiamiamo), attraversate il ponte e dirigetevi verso il Titanic Quarter.
Belfast è la patria del Titanic.
É stato costruito nei nostri cantieri navali oltre 100 anni fa. Qui potrete visitare il Titanic Belfast, un edificio-simbolo, sede di un’imponente mostra sullo sfortunato transatlantico.

Se siete fortunati, potreste incappare in qualcuno del cast del Trono di Spade o della nuova versione di Dracula, visto che entrambe le produzioni stanno girando presso gli studi cinematografici della Titanic Paint Hall.

Inoltre, potrete anche visitare la Nomadic Belfast, tender originale per il Titanic. Un accurato restauro ha riportato la nave al suo antico splendore e qui sarete in grado di imparare tutto sulla sua storia – incluso il fatto che Charlie Chaplin ne sia stato un passeggero (tra i suoi passeggeri ci sono stati tantissimi personaggi famosi, ma la presenza di Chaplin mi ha colpito di più).

Dopodichè dirigetevi al Cathedral Quarter, il cuore delle arti dell’ Irlanda del Nord. La prima tappa qui è allo Oh Yeah Music Centre, edificio a tre piani e centro creativo per musicisti, ospitato in quello che era un deposito doganale di whiskey.
Avrete modo di visitare la Northern Ireland Music Exhibition e capire la profondità e lo spessore del talento creativo presente in Irlanda, da Foy Vance e Van Morrison agli Snow Patrol e ai Two Door Cinema Club. Il centro organizza inoltre eventi musicali dal vivo e un mucchio di altre cose, quindi assicuratevi di controllarne il sito per sapere cosa è in programma.

Destreggiatevi poi attraverso il Golden Thread, una delle più importanti gallerie d’arte contemporanea dell’Irlanda del Nord. É davvero uno spazi straordinario, che presenta il lavoro di artisti emergenti locali ed internazionali. I tre spazi della galleria sono pieni di interessanti installazioni e mostre e c’è sempre qualcosa di bello in programma. Se siete appassionati di sport urbani, sul retro dell’edificio della galleria, si trova il Bridges Urban Sports Park. Primo nel suo genere in Irlanda del Nord, è attrezzato con infrastrutture in cemento ed è la nuova sede per gli appassionati di skateboard e BMX.

Il più recente centro delle arti visive a Belfast, nonché uno degli edifici più imponenti della città, è il Metropolitan Arts Centre (o MAC, come è più comunemente chiamato). L’attrattiva principale è il suo fantastico spazio espositivo, sede di mostre itineranti. Fra i più recenti appuntamenti imperdibili, Andy Warhol.

Se nel frattempo vi è venuta fame, avrete l’imbarazzo della scelta nella vicina St Anne’s Square. Io raccomanderei Coppi, ristorante di ispirazione italiana che serve una ricca scelta di piatti pronti ma anche eccellenti primi. Nelle vicinanze c’è Made in Belfast, arredamento super-eccentrico e porzioni abbondanti.
Se siete alla ricerca di un drink, il Duke of York è superbo. Il bar vero e proprio è piuttosto piccolo ma, se non riuscite a trovare un posto a sedere, non vi preoccupate: il grosso si riversa nel vicolo di fronte che è meravigliosamente curato, pieno di fiori e luci a festoni. Sotto l’arcata c’è anche un grande murale che ritrae personaggi famosi, irlandesi e nord irlandesi, ed altri, ispirati a Belfast, li trovate all’interno del parcheggio. Se raggiungete il centro, Home è il mio ristorante preferito a Belfast. Servono un menù vegetariano completo. É nato come ristorante stagionale ma ha riscosso così tanto successo che ora l’attività è permanente.

Ignorandone il nome equivoco, il Filthy McNastie’s è stata una entry importante nel mondo dei bar e dei locali di Belfast. É un complesso con un eccentrico front bar, un magnifico beer garden, un cocktail bar e, al piano superiore, un club. É oggi tra i locali pre-disco più gettonati .

Se volete insistere sui pub, The Crown è il più antico della città e quasi sempre molto affollato. Spostandosi un po’ all’interno della città, The Sunflower Pub è il massimo. Noterete che ha all’esterno, una sorta di gabbia di un verde acceso. É una protezione di sicurezza fatta installare dai precedenti gestori durante i “troubles”. I nuovi proprietari hanno deciso di mantenerne la struttura a memoria per i posteri, e trovo la scelta decisamente cool. Hanno una selezione di birre di qualità ed anche musica dal vivo. Quando invece siete pronti per un club, Thompson’s organizza una grande serata di ballo intitolata Misfits dove si può incontrare l’alta società del posto. Il divertimento, nel trascorrere una serata fuori a Belfast, è assicurato. La gente locale è molto cordiale, basta iniziare una conversazione e nessuno sa dove si può arrivare.

2° giorno
Per poter apprezzare fino in fondo ciò che la città offre, è d’obbligo una visita ai Botanic Gardens. É un luogo incantevole per una passeggiata e, se piove, l’occasione è perfetta per visitare la Palm House e il Tropical Ravine. In una calda giornata assolata , avete la garanzia di trovare centinaia di persone fuori sui prati a giocare e comunque, generalmente, ad evitare di studiare o lavorare.

Dopo esservi corroborati all’aria aperta, potete dedicare una visita all’Ulster Museum;recentemente ristrutturato, si trova sui terreni dei giardini botanici. L’ingresso è gratuito e c’è molto da vedere. Se avete poco tempo, il mio consiglio è di raggiungere direttamente l’ultimo piano dove avrete modo di godere dell’imponente collezione d’arte del museo, distribuita nelle sue sette sale. I suoi punti di forza sono gli artisti irlandesi e l’arte moderna, una galleria del costume, recentemente rinnovata, e l’allestimento di mostre itineranti internazionali.

Probabilmente a questo punto sarete affamati, ma avete la fortuna di trovarvi a soli due minuti a piedi dal Black Bear Café di Stranmillis Road. É uno splendido “art café” indipendente che vanta uno staff delizioso e dell’ottimo cibo. Servono un’eccellente cucina vegetariana e vegana e hanno sempre un’invitante selezione di piatti del giorno.

A seguire potete fare una passeggiata passando per la Queen’s University e, se vi va, un giretto per il parco. L’edificio, risalente al 1849, vanta un’elegante architettura vittoriana; qui, il poeta Philip Larkin è stato bibliotecario nei primi anni cinquanta del novecento. Se proseguite un pochino oltre, raggiungerete il Lavery’s Bar, il più antico bar della città ancora di proprietà della famiglia. Ha dei fantastici “beer gardens”, offre una programmazione musicale di altissimo livello e, al piano superiore, ha un’enorme sala biliardo con diciotto tavoli. Il sabato sera i tavoli spariscono e l’ambiente si trasforma in una gigantesca clubroom.
Dopo un piccolo drink ed un po’ di biliardo, si potrebbe essere in tempo per un film a The QFT, un cinema indipendente accanto all’università; ha una buona programmazione che non prevede fumettoni scadenti.

Se nuovamente avete un languorino, girate l’angolo e su Botanic Avenue, fermatevi da Boojum. É un eccellente fastfood messicano, dal quale ha tratto origine ciò che oggi è una catena irlandese in franchising ed una vera storia di successo. Si può tranquillamente affermare che oggi Boojum può essere considerato come un’istituzione di Belfast. Se preferite mangiare con più calma,sempre su Botanic Avenue, The Moghul è un meraviglioso ristorante indiano che saprà prendersi cura di voi.

Per il dopo cena, esiste una grande varietà di locali dove poter ballare e divertirsi. The Hudson Bar è quello che preferisco. Ha la migliore selezione di birre in assoluto, una nuova zona giardino – l’Hudson’s Yard- oltre a vari DJ e musica dal vivo. The Limelight complex è il club, di tendenze alternative, più popolare al momento. Ha tre sale che propongono rock, indie, dance e tutto ciò che c’è nel mezzo. E’ sempre affollato e il pubblico è piuttosto giovane; se pensate di farci un salto, arrivate presto. Se cercate un’atmosfera veramente cool, The Menagerie Bar non vi deluderà. In programma ha tanti eventi sperimentali e non dovrete preoccuparvi di vestirvi per l’occasione.

Se invece,siete alla ricerca di un locale gay, The Kremlin è il più grande e, nelle vicinanze ci sono anche The Foxes Den e l’Union St Bar.

Il cliché sulla cordialità degli abitanti di Belfast non è un mito. Sia i clienti che i gestori sono pieni di entusiasmo e di ironia. Se cominci a parlare con chi ti sta intorno, c’è una buona probabilità di ritrovarti a festeggiare a casa di qualcuno o fuori in giro, tutti insieme. L’importante è fare attenzione a non perdere il volo di ritorno!

*Jonny Tiernan è General Manager presso l’Oh Yeah Music Centre di Belfast; PR per il Gigantic club night; DJ resident presso il Lavery’s Bar. É stato anche fondatore ed editore di Alternative Ulster, un periodico nord irlandese dedicato al meglio del panorama musicale e culturale dell’Irlanda del Nord e alla scena internazionale di qualità.